BENVENUTO AL DOJO Nippon Club Novara
prego lascia pure la porta aperta e sii il benvenuto se hai il desiderio di tirar fuori il meglio di te, se sei nello spirito di crescere, questo dojo te ne darà la chiave. Questo è ciò che dico all’allievo che si presenta per la prima volta.
IL DOJO
è una parola giapponese che significa letteralmente “Posto della Via”, un posto di lavoro, di crescita, di contemplazione. Esso ha tre requisiti che lo contraddistinguono: per primo è una Scuola, ma allo stesso tempo una Palestra ed un Tempio, e lo scopo è di esercitare corpo mente e spirito simultaneamente. Per fare uscire davvero il meglio dalla tua anima è necessario che tutti gli aspetti del tuo sé lavorino insieme all’unisono.
LA VIA
Ciò che imparerai potrai applicarlo al lavoro, alla scuola allo sport nei rapporti, e mano a mano che svilupperai questa armonia essa si manifesterà in tutto ciò che fai.
LA CINTURA BIANCA
Indossare la cintura bianca è il primo passo, non significa che sei un novellino, anche se non c’è nessuna vergogna ad esserlo, significa invece che hai la volontà di apprendere la Via. Non ci sono tecniche particolari, stili da seguire, letture più o meno appropriate, tutto ciò è informazione ed è un qualcosa che puoi procurarti ovunque, il mondo ruota nell’informazione.
LA SAGGEZZA
Nel dojo il nostro scopo non è di acquisire informazione ma Saggezza, l’idea di sperimentare di esercitarsi ed è solo attraverso l’esperienza dei nostri sensi che acquisiamo davvero saggezza. Cosi come nessun discorso può insegnarci ad andare in bicicletta, il solo modo di imparare è la diretta esperienza del nostro corpo.
IL CAMMINO
Proprio come afferma lo zen, ”il cammino non può essere insegnato ma soltanto intrapreso”. Il Sensei ti indicherà quale è la direzione da seguire, ma toccherà solo a te percorrerla.
IL SENSEI
Il termine Sensei non si traduce come viene fatto di solito con Maestro, ma letteralmente (uno che è andato prima) e non pretende di sapere tutte le risposte, ma sarà sempre felice di condividere ciò che ha imparato con tutti coloro che desiderano intraprendere un simile cammino.
QUANTO TEMPO OCCORRE
Gli studenti spesso chiedono.”Quando mi ci vorrà per imparare? la risposta è: Tanto quando vivrai ,e non un secondo in meno, la via la impari giorno per giorno, minuto per minuto secondo per secondo da qui all’ eternità e non c’è un modo più veloce.
LE CINTURE BIANCHE E NERE
“Quando mi ci vorrà per avere la cintura nera?” Non ti guadagnerai mai la cintura nera finche ti porrai questa domanda. Essere ossessionati dalla destinazione è perdere di vista dove sei qui ed ora, il solo modo di progredire è di mettercela tutta in questa fase . Qui e ora. Coloro che spenderanno tempo esercizio e sforzi si troveranno la cintura così sporca che scurirà da sola ,e solo allora avranno raggiunto lo status di cintura nera.
UN PUNTO LUNGO UN CAMMINO
La cintura nera non è un fine, ma solo un obbiettivo, un semplice punto lungo il cammino. Da qui in avanti si lavorerà ancora tanto al punto che questa cintura diverrà così logora da perdere colore e tornare ad essere bianca.
Solo attraverso il completamento di questo cerchio, da bianco a nero e da nero a bianco che si comprenderà la profondità della via.
I CINQUE STADI
Il primo stadio è la cintura bianca, cioè l’esatto atteggiamento mentale per iniziare il cammino una disposizione d’animo che il principiante dovrà mantenere ad ogni passo.
IL secondo stadio è dalla cintura bianca alla nera, il tipo di training e la disciplina necessaria per progredire lungo il cammino. Ed è proprio in questa fase che si commetteranno dei passi falsi che potrebbero portare fuori strada, e non importa quando duramente uno si eserciti.
Il terzo stadio quello della cintura nera esige uno standard per l’eccellenza e tutta una serie di responsabilità annesse.
Il quarto stadio il ritorno alla cintura bianca esplora la barriera che vive sotto l’eccellenza tecnica e conduce ad una più profonda comprensione della via. Il quinto stadio quello del ritorno alla cintura bianca , che rivela la vera via. LA MASSIMA DEL SAMURAI
Puoi essere un novizio nell’aikido ma non lo sei certo nella vita, probabilmente sei cintura nera sul tuo lavoro, o in altre cose, usa allora questa conoscenza per comprendere la via. Una volta appresi i principi dell’aikido potrai applicarli in ogni settore della vita. Segui la massima del samurai: “da una cosa conoscine diecimila”
LA FILOSOFIA
Ora se ti stai chiedendo se si arriverà a trattare la filosofia dell’ aikido! Non preoccuparti, concentrati solo sulla pratica, e nel tempo le domande troveranno una risposta spontaneamente.
ABBANDONARE
Quando qualche allievo mi esprime il desiderio di abbandonare gli dico: Vai. Sarai sempre il benvenuto se deciderai di tornare , non c’è un momento in cui non potrai ricominciare perchè la porta del dojo sarà sempre aperta.
LA VIA DELLA SAGGEZZA
Alcuni arrivano allo zen attraverso la meditazione, altri con le arti marziali,o con la musica o la pittura. Sono tutti percorsi verso la stessa saggezza. SEKISHU NO ONJO
è un “Koan” zen che significa: “L’applauso di una mano sola.” Potremmo dire il suono della scintilla divina che aleggia in tutti noi .Come il pianto di un
bambino o l’ululato di un lupo, trascende i linguaggi e le culture. Alcune persone sono destinate a trovarlo nella musica altri nella poesia, o nella danza o nelle immersioni o recitando o nell’architettura o stando seduti nel più assoluto silenzio. Devi scavare finché non trovi la tua sorgente. Chiamalo come vuoi, o la voce di Dio, ma se raggiungerai quella sorgente avrai la risposta a tutte le tue domande, perché le avrai udite tutte. Qualsiasi ostacolo tu incontri, non smettere mai di ascoltare il suono che ti viene da dentro. Fallo e sarai sicuro di non smarrire la Via.
IL CAMMINO
Percorri più a lungo che puoi il tuo cammino, ma non perdere mai lo sguardo del principiante. Alla fine la purezza e l’apertura mentale della cintura bianca sono il luogo dove vorrai ritornare.
ALLACCIA LA CINTURA BIANCA
Indossare la cintura bianca significa che hai deciso di mettere da parte tutta la conoscenza e i preconcetti e vuoi aprire la mente all’apprendere, come se fosse la prima volta.
LA TAZZA PIENA
Nei circoli zen questa attitudine è detta portare una tazza vuota. Essa trae origine da una parabola sulla
visita di un professore universitario alla casa di un Maestro Zen nel 19° secolo. Il professore era venuto per informarsi sullo zen, ma nella conversazione aveva passato più tempo a parlare che ad ascoltare. Così quando il maestro zen gli versò del tè lo lascio tracimare dalla tazza, ed all’esclamazione di disappunto del professore il maestro replicò: “Tu come questa tazza sei pieno delle tue idee personali, come posso insegnarti qualcosa se prima non vuoti la tua tazza”. Quando svuotiamo la nostra coppa, conveniamo di liberarci dai nostri preconcetti che bloccano l’apprendimento.
LE PAROLE POSSONO GUIDARTI
ma sono le tue ossa che devono capire. Conserva la tua tazza vuota e ricordati che nel momento in cui credi di aver capito tutto in quel momento avrai smarrito la via. La mente del principiante è la mente della saggezza. Se l’energia, la passione sono dentro di te, troveranno il modo di venire fuori, non praticare senza uno scopo, ricorda che proprio come una chitarra che è solo uno strumento attraverso il quale fai musica, cosi l’aikido può servire alla tua crescita interiore.
L’ARMONIA INTERIORE
Proprio come uno strumentista accorda il proprio strumento musicale prima ancora di suonare una sola nota ,cosi il praticante di aikido prima della pratica porterà l’armonia dentro di se, e resterà nel giusto spirito per far si che lo studio trovi il giusto spazio per vibrare nel modo più opportuno. Accordare significa imparare ad ascoltare così nel tempo i nostri sensi divengono abbastanza sensibili da percepire le sfumature. Troppi di noi insistono nelle gratificazioni istantanee.
L’ARDUO CAMMINO
Molto più arduo sul cammino è trovare un accordo interno, quello che porta il
corpo la mente e lo spirito nell’armonia. Bisognerà essere liberi da correnti interne come l’impazienza e la frustrazione, altrimenti lo spirito sfrigolerà come una radio fuori sintonia. Così l’armonia della tua anima parlerà al cuore di chi ti è accanto, un elemento intangibile che permette di trascendere la nostra divisione interiore e ci fa sentire la più grande unità.
ACCORDO
Quanti matrimoni, squadre, legislature comitati e consigli non riescono a trovare un’armonia di lavoro? Talvolta il solo modo di accordarsi con gli altri è la compassione il coraggio e l’altruismo. Una famosa storia zen racconta di un monaco di nome Ryokan che tornato a casa vi trovò un ladro, ma conducendo una vita da eremita non possedeva niente che valesse la pena rubare. Ma sorprendendo il ladro gli donò il proprio saio, e pensò “povero diavolo, avrei voluto offrirgli questa bella luna” Trovare questa armonia dentro di noi con gli altri, con la natura, questo significa essere intonati.
PRATICA
Una volta allacciata la cintura bianca, pratica e riversa in essa ogni grammo del tuo cuore e della tua anima. Poi ripeti. Tecnicamente chiunque può farlo, ma la sfida è quella dello spirito. L’idea è quella dell’istruttore di tennis. Esso insegna ai principianti a colpire forte la palla senza preoccuparsi se la palla resta in campo; più tardi si lavorerà sulla precisione. Ed è proprio così che dovrai fare in Aikido.
ESPRIMITI
Se non riesci ad esprimere col tuo corpo ciò che senti, allora prova ad osservare ciò che il tuo corpo sta esprimendo. L’intensità del tuo sforzo dovrà essere come se urlassi dal profondo delle tue viscere, come si insegna nelle arti marziali, esso è detto “KATSU”, il ruggito di una persona ed è un tipo di grido che costruisce lo spirito. Ma ricorda che il grido ed il colpo non sono due cose separate, ma una sola. Ma più di ogni altra cosa pratica con gioia. In ciò troverai la via.
LA VIA DELLO SPIRITO
La via dell’ aikido è esprimere lo spirito attraverso la pratica delle tecniche, così come per un musicista è esprimere il proprio spirito attraverso la musica. Quindi in questa scuola dovrai acquisire la tecnica col solo scopo di liberare lo spirito. La tecnica non è un fine in sé, ma un modo per accedere allo studio dello spirito, come insegnava O Sensei.
COME DICE IL SAMURAI
“Il solo avversario è dentro di te”. Non ci sono trucchi o segreti, si tratta di volontà: mettere un piede dietro l’altro su ogni passo del cammino. L’onestà, l’integrità, la forza spirituale e la profondità della motivazione sono più importanti delle abilità tecniche. Questi sono gli elementi che rendono vitale la pratica e non hanno niente a che veder con il talento naturale. Dove c’è volontà li c’è la Via. Continua a praticare, la tua cintura comincia a sporcarsi. DALLA CINTURA BIANCA ALLA NERA
La maggior parte di noi si possono dire fortunati se si qualificano come esperti in un solo settore della vita. L’essere esperti, è una cosa che arriva
difficilmente o non arriva proprio nella vita. Molte persone mancano della volontà e della disciplina necessaria per essere eccellenti in qualcosa. Il proposito di questo Dojo è di fornire un campo di allenamento a quelli dotati di volontà e disciplina per conoscere la via. I giapponesi chiamano questo SHUGYO’, (acquisire padronanza delle proprie azioni). Non ci sarà mai un momento in cui il tuo esercizio finirà, il cammino va sempre avanti. FOCALIZZA
Non sentirti sopraffatto dalla lunghezza della strada, “focalizza una sola cosa in ciò che stai facendo”. Resta sul cammino e metti un passo dietro l’altro questo è tutto: c’è gioia nello sforzo.
IMPARA
Ciò che importa è imparare da chiunque qualunque cosa puoi, alla tua velocità, a tuo modo. Non importa come e quando imparerai, pur che avvenga l’apprendimento.
LA CONSUETUDINE
Tutti gli esseri umani sono creature abitudinarie, stabilisci subito il “shugyò” fin da subito. La consuetudine ci rassicura; è familiare. Non devi cercare di cambiare tutte le cose che trovi errate in te, fai invece una cosa alla volta in moda giusto, quando arriva il prossimo momento svolgi con lo stesso impegno, così le cattive abitudini svaniranno spontaneamente.
PASSI FALSI
“Berrò solamente questo ultimo drink”; molti alcolisti pensano di essere ancora sulla strada giusta quando in realtà ne sono fuori da tempo. Un ultimo drink non è altro che una scusa per evitare l’esercizio. Devi controllare costantemente il tuo cammino e correggerti mentre vai, non riconoscere i passi falsi può farti smarrire del tutto la strada.
SPIRITO
Il corpo deve acquistare una intelligenza propria, i muscoli imparare nuove modalità di movimento. Le sfide fisiche forzano la mente a confrontarsi con ostacoli quali il dolore la fatica i dubbi, e ricorda che non puoi fare alcun progresso sul cammino senza sviluppare una qualsiasi forma di forza mentale. Quando il corpo è impegnato in qualcosa di nuovo esso forza la mente a focalizzare per risolvere il compito. Al contrario quando il corpo è sfinito da una attività intensa e la mente che deve infondere disciplina e resistenza ai muscoli.
LA FRUSTRAZIONE
si presenta quando il corpo non esegue la performance come la mente vuole, e la mente è confusa riguardo a ciò che vuole il corpo. Questi confronti tra mente e corpo ci portano faccia a faccia con le nostre motivazioni, con i nostri limiti PERCHE’
desideriamo questo o quello? Stiamo chiedendo troppo a noi stessi? Vogliamo ancora fare tanti sacrifici per ottenerlo? Come dicono i cultori di arti marziali,”Stringi la tua mente” attraverso il training impara ad imbrigliare la tua energia e dosala come un cavallo di razza. Ti aiuteranno i tre adagi del Samurai:
NON CHIEDERE, METTI IN PRATICA
Alle domande puoi rispondere solo tu, pratica e le risposte ti arriveranno da sole. Il solo modo di capire la via è solo attraverso la tua personale esperienza. SETTE VOLTE GIU, OTTO VOLTE SU
Se scivoli tirati su, ed anche se ti vengono pensieri negativi, bruciali nella tua mente ancora prima di dar loro espressione.
IL SOLO AVVERSARIO E’ DENTRO DI TE
Ciò che importa non sono gli ostacoli, ma come rispondiamo ad essi. Domina le tue reazioni nelle circostanze sfavorevoli. Quando sei focalizzato nella via, ogni compito fisico diviene oggetto del trainig mentale, non importa quando sia insignificante , lavare i piatti o fare il letto non conta, tu invece tieni lontana la mente dalla pigrizia ed impediscile di girare a vuoto. Poni attenzione in tutto ciò che fai.
RITMO
Chiunque abbia un battito cardiaco deve possedere il senso del ritmo, chiunque inspiri ed espiri ha ritmo, chiunque cammini ha ritmo. La parola giapponese per ritmo è “HYOSHI”, letteralmente battito delle mani di un bambino. Esso è il ritmo da sentire, ma bisogna imparare ad allineare il proprio ritmo a quello degli altri. Ma ricorda che non puoi sentire il ritmo con la mente; devi sentirlo col corpo. Imparerai a sentire il ritmo anche in ciò che ne sembra privo. Ogni cosa ha una pulsazione interna e la sorgente è la medesima.
LA TECNICA
Alcuni insegnanti costruiscono interi programmi intorno alla acquisizione di una tecnica, che senza dubbio è necessaria, ma la tecnica fine a se stessa non è la strada per diventare musicisti attori pittori o Aikidoisti. Lo scopo nel perseguire la via è di non pensare alla tecnica o il movimento fluido e creativo resterà imbrigliato dentro. A volte il suonatore acerbo a più cose da dire dello strumentista con una tecnica impeccabile: Quale delle due musiche ci eleverà di più?
SENTIMENTI
Nel recitare una battuta di Sheakespeare o suonare un rigo di Mozart ciò che importa veramente non è l’abilità nel leggere la battuta, ma l’anima e l’emozione che l’esecutore mette nella performance. La via si trova nello spirito dell’espressione e nella sua profondità, non nella sua complessità. Non permettere alla conoscenza di interferire con la naturalezza che richiede l’arte. PERFEZIONE
L’obiettivo dell’ allenamento è di raggiungere la perfezione, e la ragione per cui diamo valore alla perfezione e perché è così difficile da raggiungere. Molti errori provengono dall’autocoscienza, cioè dalla troppa attenzione a cosa sta facendo il corpo in questo momento. Quando la mente si preoccupa di cosa stanno facendo le mani l’arte resta imprigionata dentro. Con la pratica avviene l’automatizzazione dei movimenti e non si fa più troppo affidamento sulla mente. Ma comunque la sola pratica non rende perfetti.
ERRORI
Nella vita un solo errore può essere letale, ma nello spirito della via bisogna
imparare dagli errori nel momento in cui accadono ed incorporarli nel processo creativo nello stesso momento. Impara a trasformare una smorfia in un sorriso, gli incidenti possono nascondere la chiave dell’innovazione. Quando le cose vanno in pezzi, fai arte, e porta tale spirito in ogni area della tua vita. ALTI E BASSI
Il cammino lungo la via è come arrampicarsi su una parete di cui non si vede la cima, ed ha volte è necessario spostarsi lateralmente prima di continuare a salire. Ricorda che due passi su ed uno giù è ancora un progresso. Possiamo lavorare, lavorare e lavorare ancora senza vedere alcun progresso poi all’improvviso ci spostiamo ad un nuovo livello di abilità. Non puoi fare progressi basandoti sulla tua tabella di marcia, il tutto deve avvenire naturalmente proprio come quando sboccia un fiore.
NUOVE DIFFICOLTA
Non pensare che arrivato ad un nuovo stadio le tue difficoltà svaniranno così come per incanto,ogni livello raggiunto porta con se una nuova serie di problemi. Non ti preoccupare di quelli che sembrano passarti avanti nel cammino, non c’è l’ultimo treno. Fino a che il tuo spirito continua a spingersi avanti, ti starai muovendo abbastanza velocemente
FAI QUELLO CHE DEVI FARE
La chiave per l’apprendimento sta tutto nella disciplina, nella vita ci sono cose che vogliamo fare ed altre che dobbiamo fare, e sono proprio queste ultime che generano conflitti. Preferiamo spendere che risparmiare, mangiare che fare una dieta
LA DISCIPLINA
è ciò che ci spinge a seguire la nostra natura superiore. Ma la disciplina è diversa dal reprimersi, molti si negano le cose che desiderano in nome della disciplina mentre stanno agendo per testardaggine, volontà di martirio o paura.
QUANDO SI DEVE FARE
Il momento è adesso, se ti sorprendi a pensare che prima o poi dovrai fare quella cosa, prendi ciò che ti occorre e fallo ora. Come dice il Samurai; “Attacca gli angoli” quelle piccole cose che sporgono, poi occupati del grosso FALLO COME SI DEVE FARE
Se ti accingi a fare qualcosa, preoccupati di farla bene, datti cioè una adeguata quantità di tempo. Ricorda che la qualità non è mai un prodotto della fretta. FALLO COSI’ OGNI VOLTA
Il segno della vera disciplina risiede nella sua costante applicazione. Ma non pensare di farle in modo perfetto tutte le volte, pensa invece di fare la cosa giusta proprio questa volta.
LIMITI
Si dice che gli alberi non crescono fino al cielo; tutti noi abbiamo capacità fisiche limitate, ma una volta che conosciuti possiamo lavorarci sopra. Talvolta essi ci portano ad alternative creative che non avremmo mai scoperto altrimenti. Datti l’andatura, ma spingiti a trovare il tuo personale limite.
NATURA
Ad ognuno di noi è concesso un seme, sarà nostra cura aiutarlo a crescere ed accettarne la natura, se sarà un limone, impara a fare una limonata. Se trovi soddisfazione nel talento che ti è concesso non avrai bisogno di invidiare niente a nessuno.
LA FELICITA’
Alcuni hanno tutti i talenti del mondo ma non riescono a trovare la felicità, mentre altri di modeste doti vivono totalmente in pace con se stessi. Chi è dei due più avanti nel cammino zen ? Conosci cosa funziona meglio per te; ma sii naturale, e resta sempre dell’Idea di apprendere. Ricorda che anche se gli alberi non crescono fino al cielo le radici continuano a crescere. PERSEVERARE
Un proverbio cinese dice : “in una marcia di 100 miglia, a 90 sei a metà strada”. Senza la necessaria perseveranza tutto ciò che si è fatto può andare perduto. Non focalizzare l’obiettivo, ma il processo attraverso il quale giungi ad esso. L’incapacità di portare a termine qualcosa sminuisce il tuo spirito, i maestri zen chiamano questa mancanza “SUKI” mente inceppata.
MAI FERMARSI
Una nuvola, un fiume non si fermano mai, continuano avanti e avanti, persevera sempre così nel tuo training e poi ancora avanti. COLLABORAZIONE
Ognuno di noi cammina sul proprio sentiero in questo dojo, tuttavia troveremo spesso la Via attraverso la collaborazione. Quando cominci a lavorare con qualcuno sono importanti tre cose:
1) COMPAGNIA: Circondati di buona gente in ogni impresa che affronti. Lavora con chi è professionale, competente, impegnato a raggiungere l’eccellenza, chi ha passione in ciò che fa. Potrai imparare da loro. Guardati da chi vuol costruire il proprio ego a tue spese preservando la loro mediocrità.
2) VISIONE: Quando il tuo collaboratore ha una visione chiara di dove andare, segui il suo punto di vista , e viceversa. Sappi riconoscere i conflitti che nascono per vere differenze artistiche e quelli per i problemi del proprio ego. 3) CHIMICA: La maggior parte delle persone messe insieme non ha nessuna chimica, proprio come delle molecole a casaccio che combinandosi non danno alcunché di speciale. Quando metti insieme la gente giusta nella vita, negli affari, nello sport, nella musica avviene una specie di fusione spirituale che non può essere comprata o forzata o costruita, ma succede grazie ad una chimica naturale.
DUBBI
Il nostro talento non porta automaticamente alla pace interiore, se ci impegniamo a trovare il nostro equilibrio interiore non avremo dubbi sulla nostra tecnica o sul talento o su qualsiasi altra cosa. Mediante l’atteggiamento da principiante puoi lasciarti andare e permettere alla tua apertura mentale di farti ritrovare. Osserva un bambino che crea un gioco dalle cianfrusaglie, o una massaia che imbastisce un ottimo pasto da ciò che è avanzato dal frigo. Fai qualcosa e poi impara da ciò che hai fatto.
GRATIFICAZIONE ISTANTANEA
Non puoi vivere il tempo di un anno se non impiegandoci un anno di vita. Desideriamo la ricompensa senza aver lavorato, o capire qualcosa senza essere seccati. Tali attitudine svilisce le doti di quelli che sono veri maestri. Tanta gente è attaccata a questa forma di infantilismo, ma ala maturità implica di imparare il valore di ciò che si guadagnato a duro prezzo Non si può imparare nel dojo senza sforzo. Hai appena piantato il seme aspetta che cresca.
EGO
Alcune persone sfoggiano il proprio talento con spavalderia proprio come chi sfoggia la cintura nera per intimidire gli altri. Tutto ciò sboccia da un ego traboccante, proprio per doversi gonfiare per attirare l’attenzione altrui. In questa scuola chi crede nell’ostentazione del proprio livello di cintura nera ha molta strada da percorrere.
LA FALSA MODESTIA
è una altra forma di egoismo. Un ego traboccante deriva da una profonda insincerità. Un Maestro sicuro di se, non ha bisogno di pomparsi o minimizzare o punzecchiare chi gli sta intorno. Egli sa cosa è, e cosa può fare. Il mondo è pieno di persone ricche che si sentono vuote dentro. La via ci conduce ad una ricchezza interiore, spirituale
LODI E CRITICHE
Troppe lodi fanno lo stesso effetto di troppe critiche .Pesa un complimento come faresti con una critica. Se pensi di essere arrivato a qualcosa, hai ancora tanta strada da percorrere. La Via la si può smarrire in un attimo. SVOGLIATEZZA
Facciamo troppe cose senza impegno nella vita. Se ti scopri a trascinare i piedi nella vita, forse non sei nel sentiero giusto. Se la pratica dell’aikido non è piacevole , allora c’è qualcosa di sbagliato in ciò che fai. Il solo avversario è dentro di te. Il solo modo di fare le cose, è di farle con amore.
ECCESSIVO ZELO
Devi seguire le lezioni, ma non troppo duramente .Il tuo spirito non deve essere forte, come la schiuma di una birra versata troppo in fretta. Bisogna imparare a versarla “tutta” fino all’orlo .L’istruttore di cavalli tiene la briglia corta con i destrieri, traspare sempre il controllo.
STUDIA DURO, MA RILASSATO.
Non devi sentirti sotto torchio, impara a dosare la riserva. La padronanza non si misura attraverso quello che mostri , ma da ciò che trattieni. La chiave è l’autocontrollo.La via sta nella misura.
LA VELOCITA’
Molti giovani sono ossessionati dalla velocità, ma l’arte, la musica ,le arti marziali non sono una gara di velocità. Pensano che la velocità sia la misura della loro bravura, ma ciò è solo indice della loro immaturità. E di gran lunga più importante sentire il Tempo, il ritmo, la distanza.
IL TEMPO
La velocità giusta è quella di una auto eccellente che prende una curva ben controllata Dopo una serie di lanci lenti, una palla sembra più veloce . Sentire il momento culminante per il finale di una barzelletta, o il momento esatto in cui colpire.
LA PRONTEZZA
La prontezza è la velocità dal passaggio del pensiero all’azione. A volte dopo una conversazione ci siamo detti. “Gli avrei voluto dire”.... Quando siamo pronti, il pensiero e l’azione accadono simultaneamente.
LA COMPETIZIONE
Molta gente ha bisogno di infondere nella propria attività un elemento di competizione per motivarsi. Anche le cyclette, le macchine, gli step, hanno una opzione elettronica che permette di gareggiare con lei. Molta gente si porta dietro questa mentalità. La competizione tira fuori disarmonia e tutta l’insicurezza dell’esecutore.
IL TALENTO
Non importa cosa facciamo nella vita , ci sarà sempre qualcuno con più o meno talento. Bisogna imparare ad accettare il nostro posto con umiltà e grazia, e non con eccessivo compiacimento o gelosia. Avere davanti il vero genio dovrebbe ispirarci a trovare il nostro cammino , e non scoraggiarci perchè non possiamo seguire quello di un altro. Ricorda che l’unico avversario è dentro di te.
L’OSSESSIONE.
Alcune scuole insegnano come devi pensare, respirare, e vivere tutto il giorno. Questo è ossessivo. Bisogna invece pensare vivere respirare , e poi praticare. Senti come ogni petalo si lascia andare solo quando è pronto. Ciò che porti nel tuo Aikido è la somma di ciò che sei.
LE CRITICHE
Se devi criticare, fallo con spirito costruttivo. Buttare giù è facile, ma la “Via” è costruire. Non lasciarti ferire. I critici sono svelti nel trovare da ridire, ma carenti nel fornire una alternativa. Non importa quando sei capace, non puoi piacere a tutti. Alcune critiche nascono dalla differenza di gusti, ma il fatto che sia diverso non significa che sia il migliore.
EGO
Alcune critiche nascono da problemi di ego,cioè dal desiderio di mostrare quando si è intelligenti o da un senso di insicurezza. Silurano gli altri per mettersi in una luce migliore. Anche se pensi di conoscere i tuoi difetti, non pubblicizzarli, la maggior parte non se ne sarebbe accorta.
INCAPACITA’ DI ADATTAMENTO
A volte le cose si mettono bene per caso. Non puoi organizzare il caso. Impara a vedere il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto. La parola giapponese “KIKI” significa “Pericolo di opportunità.” Cerca l’opportunità negli eventi casuali. Come reagisci all’inaspettato rivela il tuo vero spirito. Durante una dimostrazione, un evento improvviso ci prende di sorpresa . Talvolta siamo fortunati, altre volte no. La fortuna può essere questione di attitudine.
FOCALIZZAZIONE
In Giappone c’è un detto : “Non si possono inseguire due conigli contemporaneamente”. Ogni volta che perdiamo il nostro centro focale, possiamo attribuirlo sia ad una mancanza di concentrazione o di impegno. CONCENTRAZIONE
I Maestri Zen usano un esercizio per sviluppare la concentrazione. Fanno sedere i propri adepti in silenzio a contare lentamente da uno a dieci. Se c’è un qualsiasi pensiero, o ci si rende conto perfino del proprio respiro, bisogna ricominciare da uno.
IMPEGNO
Oggi si vedono persone che saltano di lavoro in lavoro, di relazione in relazione, vagabondano lungo la vita cercando un cammino migliore piuttosto che cercare di tenere pulito il proprio.. Concedi al tuo una attenzione incondizionata e mantieni l’obbiettivo nel mirino. Più in là andrai nel tuo più comprenderai ogni altro.
PENSARE ECCESSIVAMENTE
Non analizzare le cose allo stremo. Prima fai, poi aggiusta il tiro. La risposta è nell’azione non nelle parole.
RESPONSABILITA’
Il corpo ha una propria intelligenza e la mente ha fede in tale intelligenza, consentendo allo spirito di esprimere se stesso . Non si è abili abbastanza attraverso la sola competenza tecnica. Bisogna andare oltre. La via richiede responsabilità e un sincero dono di sé.
NINGEN
significa persona “nin” e spazio “gen”. In altre parole diventiamo umani solo in relazione allo spazio intorno a noi. Vivere responsabilmente significa rispondere per noi stessi, per le nostre azioni, per i nostri incarichi. Applicati e sviluppa il tuo talento ai massimi livelli possibile senza scuse, e fanne un buon uso, non sprecarlo. Esprimi il tuo Aikido con sincerità, comportandoti da sensei cioè condividendo con chi cerca la propria via so che sai essere vero. Dare se
stessi , condividere interamente, deve sorgere dall’anima senza pensiero considerazioni riguardo al ricevere qualcosa in cambio.
LA TECNICA
più pura è quella condivisa attraverso l’umiltà, l’apertura mentale, e la generosità.
LA FRUSTRAZIONE:
Attraverso la frustrazione dell’imparare una cosa nuova impariamo l’umiltà. “Quando ancora non sappiamo”.
ESPLORAZIONE
Attraverso l’esplorazione della conoscenza impariamo l’apertura mentale La propensione a provare nuove cose, a veder la prospettiva di un altro.
IL CAMMINO
verso la cintura nera non passa attraverso il miglior esecutore di tecniche, ma
attraverso la costruzione di una persona migliore. Eleva il tuo vivere a livello di forma di arte ed il tuo aikido lo rifletterà.
LA TESTA DELLA CINTURA NERA
Descrive il pensiero,le strategie,la conoscenza per proseguire nella via. LA MANO DELLA CINTURA NERA
riguarda gli aspetti tecnici, la postura, il tocco, le sensazioni. IL CUORE DELLA CINTURA NERA
concerne lo spirito, l’attitudine, la consapevolezza, la devozione necessaria per arrivare così lontano. Attraverso questi insegnamenti imparerai cosa caratterizza l’eccellenza del Dojo.
CONOSCI UNA COSA SOLA
In questo dojo tutto ciò che serve è saper una sola cosa:” dove risiede la tua passione”. Segui la tua passione per trovare la verità nella tua vita. Per alcuni può essere, andare in barca, fare escursioni o allevare bambini. In ogni caso conoscere una sola cosa dà significato alla nostra vita e fa sì che valga la pena di alzarsi di nuovo ogni mattina. Sforzarsi di conoscere una sola cosa non significa diventare specialista escludendo ogni altra conoscenza. La via è conoscere la profondità di una sola e da questa conoscerne diecimila.
FAI UNA DICHIARAZIONE
La via non è nell’auto indulgenza ma nell’auto coscienza . La tua tecnica dice qualcosa di te: come pensi,cosa pensi, il modo in cui vedi te stesso e la tua arte.
CARATTERE
Affermare qualcosa con carattere, significa consegnare una onesta visione senza compromessi che resti fedele a se stessa. La complessità non importa. Quel che conta è la tua onestà ed integrità.
Il CONTENUTO
è la profondità del sentimento che si mette in ogni singolo movimento. In Giappone i maestri della cerimonia del tè usano il termine “Kokoro ire” (inclusione dello spirito del cuore). Le emozioni oltrepassano le barriere culturali il linguaggio le barriere culturali.
CONCISIONE
Fai un dichiarazione solo per il tempo necessario, senza che nulla vada sprecato. La vita è un processo di apprendimento, un vivere limitato un breve periodo di attenzione dei nostri ascoltatori, il nostro tempo è limitato su questa terra.
ECCESSI
Alcuni amano gli eccessi, giudicano un ristorante dall’abbondanza delle porzioni, ma un bravo chef mette nel piatto solo la porzione giusta cosi che il piatto ritorni senza nessuna briciola, ed il cliente non è ne rimpinzato ne malservito. Se devi sbagliare sbagli per difetto cosi che gli osservatori ne vogliano ancora; potranno chiederti sempre il bis.
PREPARATI MENTALMENTE
Le decisioni vanno prese in anticipo, quando giunge il momento non pensarci più agisci e basta. Più è accurato il tuo film mentale più fedelmente le tue mani lo riprodurranno. Per eseguire una tecnica reale devi già avere una corretta attitudine, se la cerchi durante la starai ancora cercando quando il momento sarà già passato.
STABILISCI IL CONTESTO
Nelle arti marziali si studiano centinaia di tecniche di autodifesa, ma in combattimento se ne usano poche che variano da avversario ad avversario. Sceglierai cosa usare secondo il contesto della situazione. Proprio come le frecce che vanno bene sulla grande distanza, ma sono inutili a distanza ravvicinata.
SEGUI LE VARIAZIONI
I cambiamenti ci portano fuori dal conosciuto, dove stiamo comodi. Imprevisti cambiamenti possono mettere in crisi chiunque. Molti si intrappolano in un brutto lavoro, una cattiva relazione e non riescono a fare i passi necessari per mettere a posto la situazione , senza fare l’unico cambiamento di cui hanno realmente bisogno: quello interiore.
INQUADRA
Due fotografi professionisti in una stanza faranno foto diverse sicuramente. Ognuno di loro deciderà cosa lasciare dentro e cosa fuori. L’abilità con cui uno inquadra il contesto è ciò separa l’artista dal dilettante. C’è un motivo per cui un vino d.o.c. ha un sapore migliore in un bicchiere di cristallo e non di plastica, o una salsiccia è più buona in un picnic sull’erba anziché ad una cena formale. Guarda ad ogni angolo della cornice non solo al centro. Il maestro sa bene che è li che risiede la misura dell’arte.
ZOOM AVANTI E DIETRO
L’obbiettivo di una persona deve essere come uno zoom, capace di scrutare una formica sull’albero, ed allo stesso tempo la terra dall’universo. Quando insorgono dei problemi non fissarti, zooma lontano, compara la via al problema e vedrai quando è piccolo. Viceversa quando fai fatica a focalizzare, stringi lo zoom in avanti. Escludi dalla mente le cose e pensa solo: qui ed adesso. Quando tutto attorno a te sembra pieno di erbacce, ricorda: visto dal cielo tutto appare un giardino. Poi comincia a strapparle.
L’OPERA D’ARTE
L’arte porta una verità tutta personale, ci parla senza di nessun bisogno di interpretazione da parte
dell’artista o del critico. Se una opera d’arte deve essere prima compresa dal cervello , deve farne di strada per raggiungere il cuore.
LE IMBECCATE
Molta musica ci piace perchè il musicista si presenta bene o perchè veste alla moda. Le persone sembrano a proprio agio quando hanno delle imbeccate che guidano il loro modo di pensare. Non permettere ai pregiudizi di chiuderti la mente. Ogni bugiardo può dire la verità. Ascolta la canzone non il cantante. CURA IL DETTAGLIO
Anche nelle faccende più banali c’è un modo giusto ed uno sbagliato di farle. “
Tenno” finito il suo apprendistato fece visita al Maestro” Nan in” , ed il maestro dopo uno scambio di saluti chiese a Tenno se avesse lasciato l’ombrello a destra o a sinistra entrando. Tenno non seppe rispondere. Un piccolo particolare di cui non era cosciente, un peccato mortale per lo zen. Tenno riprese l’apprendistato. Prenditi cura delle piccole cose, perché quelle grandi si arrangiano da sole. La verità di un solo movimento non è diversa dalla verità di una performance. La verità di una sola nota non è diversa dalla verità di una sinfonia.
PROCESSO DI PENSIERO
Molta gente è ossessionata dai resoconti. Studenti impegnati ad avere una buona pagella più cercare di imparare. Nel dojo è più importante come facciamo le cose, più del risultato finale. Tutto ciò che possiamo fare è di eseguire il compito nel modo migliore che conosciamo, così il nostro spirito è corretto. Come il pescatore che pesca nel modo corretto, sa che nei periodi di magra non è colpa sua. Bisogna essere precisi insegna, così quando arriva la fortuna, uno è pronto. Focalizza nel porre il tuo spirito in ogni punto in ogni movimento, la via sta nel fare.
PORTAMENTO
Dice il samurai che un uomo che ha raggiunto la maestria lo rivela un ogni azione. Le cinture nere mostrano un portamento inconscio prima di un singolo movimento, come se il loro corpo inconscio parlasse per loro.
DIPINGERE COL MOVIMENTO.
Il suono ha un colore, come un dipinto esprime delle note. La stessa nota può suonare chiara o scura, dipende dalla sua dislocazione , cosi come il tocco forte o delicato dello strumentista. Guarda la musica come un pittore e ascolta le tele. Quando i cinque sensi convergeranno in uno conoscerai la via.
TIMBRO
Stabilisci il timbro, c’e un feeling in tutto ciò che fai. Un attore può dire una battuta in mille modi diversi, ed ogni volta significare qualcosa di diverso. INTUIZIONE
Nella foga del momento ci sono tre cose che guidano le azioni; L’intelletto, l’istinto, e l’intuizione. L’intelletto
calcola e ragiona ,basando l’azione sulla logica della mente cosciente. Ma la via non può esser ridotta alla ragione,. Bisogna imparare a d agire nel regno dell’illogico.
L’istinto Reagisce senza aver bisogno della ragione, basa l’azione sulle tendenze innate. Offre sì la risposta più naturale ad ogni situazione, ma può essere ingannato dall’apparenza delle cose. Questo è ciò che porta il topo in gabbia.
L’intuizione
È come l’istinto, ma trascende il pensiero razionale e le tendenze innate. Basa l’azione non sulla logica o sull’impulso, ma sull’illuminazione della mente cosciente. E’un sesto senso che ci permette di afferrare la verità delle cose, non apparenti agli altri cinque sensi, e perfino nell’illogico.
ESEMPIO
In un attacco inaspettato l’intelletto lo censurerebbe perché occorre tempo alla mente per fare i calcoli nel dirigere il corpo, e si sarebbe perso il momento. Di solito l’istinto ci guida verso il movimento giusto, ma spesso agisce troppo frettolosamente ignorando l’esperienza. Rispondere con l’intuizione significa percepire l’inaspettato prima ancora che accada .
IL MAESTRO BANZO
per sviluppare l’intuizione di un suo giovane allievo samurai, gli si avvicinava di sorpresa e lo colpiva con il bokken mentre era intento ai lavori domestici. Giorno per giorno l’allievo arrivò a percepire l’attacco incombente.
L’ENERGIA
è ciò che fa crescere l’erba, nuotare i pesci, cinguettare gli uccelli muovere gli astri. Essa fluisce dentro noi e possiamo dirigerla in modo concreto. Il musicista la esprime con il suono, il pittore la lascia scorrere sulla tela, gli aikidoisti nel movimento libero e fluido. Se l’idea ti sembra mistica posso solo dirti di seguire il flusso e sentirai come esso lavora nella tua vita.
YIN YANG
Agli occidentali piace parlare della loro mente come se avesse due metà, cioè gli emisferi encefalici con funzionalità distinte, una legata al pensiero logico ed una alla creatività. Ma queste parti non esistono indipendentemente , ma come parte una dell’altra ed entrambe parte del tutto. Lo yang chiama ed lo yin risponde essi sono parte della vita stessa.
ARMONIA
Come le mani su una chitarra, una pizzica e l’altra preme sul tasto giusto,entrambe eseguono un movimento diverso, ma fanno parte ambedue dello stesso insieme. Armonizzare il corpo significa che ogni mano deve sapere cosa sta facendo l’altra in ogni occasione.
EQUILIBRIO
Chi segue la via dell’ aikido deve sviluppare un delicato senso dell’equilibrio, una sensibilità alle sfumature. Esso si sviluppa stabilendo un forte centro di gravità. Il samurai lo chiamava “CHUDAN”, una sensazione totale di equilibrio letteralmente una posizione di centro. Col CHUDAN lo spirito è libero di muoversi in qualsiasi direzione.
LE PRESE DI POSIZIONE
devono mostrare equilibrio onestà, integrità, restare fedeli alla propria visione senza divenire auto indulgenti, o assumere toni predicatori. Chi sente il CHUDAN, conosce la differenza fra l’equilibrio e la sproporzione, e sa che può essere sottile quanto un capello. Mantenere il centro anche nella sproporzione , conoscere la misura di un capello; in ciò sta la via.
IL VERO SE
Sii quello che sei e fai ciò che fai e non avrai bisogno di darti delle arie davanti alla gente. Le tue azioni saranno appropriate in ogni occasione, perché saranno vere. Che tu viva sotto i riflettori, o in mezzo ad un bosco mostra vera umiltà e grazia.
CONVINZIONE
La tua tecnica, il tuo spirito deve avere convinzione. Molti musicisti suonano musica in cui non credono, o aikidoisti eseguono tecniche che non sentono. Bisogna praticare con quello ardore che si provava nella gioventù salendo sul tatami. Il tuo movimento dovrà germogliare dalla convinzione della tua anima. Disse il saggio: Un uomo che non abbia niente in nome di cui morire, non ha una vita che valga la pena di vivere.
L’UOMO IMMATURO
è colui che desidera morire per una causa nobile, mentre l’uomo maturo vuole vivere umilmente per essa. Sii pronto a morire per la via, ma ciò che più importa: Vivi per essa.
EGOISMO
Un giocatore che agisce egoisticamente trattenendo la palla fa si che gli altri restino contagiati da un tale atteggiamento, trattenendo a loro volta la palla anche essi. Così come gli atteggiamenti egoistici anche quelli altruistici sono contagiosi. Se la tua tecnica è generosa il tuo partner se ne accorgerà. ASCOLTARE
In un paese in cui non capisci la lingua dovrai trovare delle persone gentili e volenterose che dovranno concentrarsi sui tuoi sforzi per comprenderti, e tu dovrai farlo sui loro.
CONDURRE
Quando insegni a qualcuno una tecnica non fissarti su dove gli allievi non riescono ad arrivare , ma lavora su ciò che possono fare. I leader non adattano le persone ad un modello preesistente ma ne costruiscono uno nuovo con i pezzi che hanno a disposizione.
SEGUIRE
Anche un maestro deve saper seguire una diversa direzione suggerita da un allievo. Certo significherà praticare ad un livello un po’ inferire. Ma se ciò eleva lo spirito dell’esecuzione. Il migliore maestro non è colui che fa i migliori virtuosismi, ma quello che conosce meglio come contribuire all’insieme. INSERIRSI
insieme agli altri non significa rinunciare alla propria individualità. Ascolta ,Conduci e Segui.
PRIMA PROVA
I registi girano più volte la stessa scena finche non viene esattamente come vogliono, cosi come i musicisti nella sala di incisione. Una versione spiccherà sempre sopra alle altre, questo perché gli esseri umani non sono macchine ed il contenuto emozionale è sempre diverso. Ogni lettura ogni interpretazione sarà sempre diversa nel tempo. Senti questa unicità nel tuo cuore, e mettilo in relazione a tutto ciò che fai nella vita. Tutto è una prova sola.
MAESTRI
Quelli che pensano a se stessi come maestri non lo sono. Non c’è interruzione negli studi, non importa quando ti sei spinto avanti. Lo zen dice:” MI ZAI” “non ancora “.Non hai imparato ancora tutto ciò che puoi imparare, non hai dato tutto ciò che puoi dare. Vuota la tua tazza e vai avanti.
BARRIERA
Quando ci avviamo alla pratica dell’ aikido, esso è qualcosa che ci piace senza doverci pensare su, ma dedicandoci col tempo diventa qualcosa di più. Ciò avviene un po’ per tutte le cose che facciamo con passione. Essa diviene passione sudore anima, impariamo ad apprezzare ancora di più la sua bellezza.
ILLUMINAZIONE
Ma fino a quando si può andare? Se queste sono le domande, stai cercando l’illuminazione , ed il terzo passo contiene le risposte. Là dicono i maestri , vedrai la sorgente della tua vita, dall’origine di tutto quello che è stato, e di quello che sarà.
MU
In giapponese significa “nessuna cosa”ma non niente, perché niente nello zen è ancora qualcosa. Il MU è il vuoto senza tempo che trascende il pensiero razionale, il punto in cui i sensi si uniscono. Razionalmente vediamo la natura secondo il suo dualismo reale. Qualcosa esiste o non esiste. Sentiamo il suono o il silenzio, razionalmente questa è la verità. Ma il MU trascende tale dualità, rivelando oltre all’unicità delle cose, anche il vuoto alla loro origine.
SATORI
Attraversare una porta che non c’è, dal momento che noi stessi incarniamo la verità di tutte le cose. Dobbiamo solo risvegliarci alla nostra vera natura. Usciti dal grembo materno ogni sensazione è semplicemente una pura sensazione , non ci sono parole nella nostra mente ma solo sensazione. La voce di nostra mamma, la luce del sole, l’odore della pioggia; tutto è una sola sensazione che scorre in un flusso continuo.
SENSAZIONI MISCHIATE
Vediamo suoni, ascoltiamo sensazioni, assaporiamo la luce, perché tutto è lo stesso. Dal momento che
cominciamo a distinguere la vista dal suono, e dal profumo, separiamo le cose, diamo un nome alle cose, le categorizziamo, cominciamo il processo razionale che ci conduce lontano dalla esperienza della vera unità. L’aikido è un mezzo attraverso il quale possiamo tornare ai nostri sensi originale. La sfida è quella di realizzare il MU senza negare la dualità.
IL PRINCIPIO BASE
dello zen è che le cose non sono ciò che sembrano, ne sono diverse. Bisogna esercitarsi a guardare il proprio ombelico, e la via la troverai attraverso la auto- incoscienza. Ciò che devi fare è quello di allacciare la cintura bianca e praticare con onestà e dedizione, e dando te stesso al momento giusto conoscerai l’essenza dello zen. Il MU non importerà.
DUE COSE
Entrata ed Uscita Perfezione ed Imperfezione insegnante e studente L’io ed il tu Tenere duro e Lasciare andare, . Questo cammino ti sbiadirà la cintura nera sino a diventare bianca.
ENTRATA ED USCITA
Entra con la forma ed esci dalla forma. Entriamo nel dojo imparando tutte le regole, le tecniche , ma poi ne usciamo dopo aver interiorizzato le regole, limitandoci a praticare. Come un musicista che impara la musica, ma poi si limita a suonare.
ENTRIAMO NELLA VITA
attraverso la forma dei nostri corpi fisici, e ne usciamo quando i nostri corpi svaniscono. Per tante persone entrare ed uscire implica una chiusura; cominciamo e finiamo una cosa. Ma nel profondo bisogna trascendere la dualità, vivere il momento significa che entrare ed uscire sono simultanei. Nessuna entrata nessuna uscita, solo la via.
PERFEZIONE ED IMPERFEZIONE
Passiamo tanto tempo nel dojo ad inseguire la perfezione, la tecnica, il gesto perfetto. Ma l’imperfezione poetica, il gambo contorto di un fiore, una nota tirata un poco più su , l’asimmetria di una scodella fatta a mano, il neo all’angolo delle labbra, la luna velata da una nube, non sminuiscono la bellezza della natura ma la amplificano.
L’IO ED IL TU
Lo zen cerca la fusione degli spiriti in una più grande unità che trascenda la relazione tra me e te per crearne una sola in comunione con gli altri Se la tua tecnica è pura sarà un veicolo verso la verità, come la musica che fluisce libera dal suonatore all’ascoltatore.
LA CERIMONIA DEL TE
Trai lo spirito da questo cerimoniale, che implica l’atto di servire a chi ospita, e l’atto di ricevere con gratitudine all’ospite. E’questo un modello per tutte le relazioni umane. Cerca di creare l’armonia anche quando c’è disarmonia. La cerimonia è detta “ichigo ichie”,un solo tempo un solo incontro, ogni incontro è una occasione speciale.
IL SAMURAI DICE
: “Se nutri pensieri malati durante la pace, porterai la guerra; se nutri pensieri puri durante la guerra porterai la pace. La ricerca della armonia richiede più forza dell’ odio”.
IL DARE
L’allievo spesso ha fatto tanti chilometri , ha risparmiato per un mese per partecipare allo stage del maestro. Il maestro non darà mai nulla di meno del suo intero spirito. Superando la divisione dell’io e l’altro per rivelarne uno solo. Questa è la via zen
TENERE DURO E LASCIARE ANDARE
Come genitori amorevoli che mettono al mondo un bimbo riversandovi tutto l’amore dentro, ma sapendo che dovranno andarsene. Niente di materiale dura per sempre, meno di tutto il nostro essere materiale. Il maestro che si concede è come uno specchio che riflette la luce della luna.; non trattiene nulla,ma illumina ogni cosa.
SUONO E SILENZIO
Per secoli i monaci erranti hanno suonato il flauto per aiutare la meditazione, ma la qualità della illuminazione risiede nella medesima dignità che scaturisce dalla singola nota come dallo spazio tra esse. Perchè non c’è suono senza silenzio e silenzio senza suono.
INSEGNANTE E STUDENTE
Quando un bambino impara dal genitore il genitore impara dal bambino, ognuno impartisce una lezione diversa. Noi insegniamo al bambino le cose del mondo, lui ci insegna l’innocenza e la meraviglia di imparare.
COME SENSEI
devi condividere ciò che hai appreso lungo il tuo viaggio con coloro che sorgeranno dietro di te. Questa è la responsabilità verso la via, insegna attraverso l’esempio. La tua mente di sensei conoscerà il modo più efficace di trasferire la conoscenza e la saggezza.
FORZE NEGATIVE
Oggi ci sono troppe forze negative che agiscono sulla psiche dei giovani, e molti di loro non si accorgono nemmeno delle proprie potenzialità. Bisogna dare loro una opportunità.
L’INSEGNANTE
Quando uno studente è pronto, dicono i maestri, appare l’insegnante. Sii responsabile, ed incoraggia i giovani a non seguire il tuo cammino ma a forgiarne uno loro. Mostra loro che la tua cintura bianca è bianca quanto la loro.